Polisportiva San Giacomo
Per presentarci partiamo dalle parole di un illustre personaggio che ha saputo “usare lo sport” per portare un radicale cambiamento nel suo popolo: Nelson Mandela. «Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione». Lo sport si manifesta come un fatto sociale di origine ludica convertito in competizione. E’ un fenomeno dalle molteplici implicazioni, rispetto alle quali la sua interpretazione come mero fatto sportivo sarebbe destinata al fallimento. Lo sport è un fatto sociale totale, che coinvolge società, etica e politica. Oltre alla sua dimensione collettiva, fondamentale è anche la dimensione individuale: da quella relativa allo sviluppo della personalità, alla socializzazione, all’apprendimento dei ruoli, alla disciplina del corpo. Nella fase adolescenziale lo sport può contribuire in diversi modi al delinearsi dell’identità. Grazie alla sua dimensione ludica può far sperimentare piacere entro processi di apprendimento, può consentire l’esplorazione di nuove possibilità motorie, favorendo una migliore percezione del corpo, una maggiore conoscenza di sé e un potenziamento dell’autostima. La dimensione progettuale dello sport rimanda anche alla capacità di prefigurare obiettivi, di dare continuità alle azioni, affinare il processo di presa di decisione. Si imparano le regole. Si impara inoltre a conoscere e gestire le emozioni (gioia/felicità; paura/ansia…). L’attività sportiva inoltre è un contesto ad alta intensità relazionale dove si sviluppano diverse competenze: Lo sport giovanile è quindi una palestra di vita che permette di formare gli adulti di domani. In tal senso la dichiarazione del consiglio d’Europa sul “valore sociale dello sport per i giovani” e sul contenuto del consiglio europeo di Nizza del 2000 che dichiara: “Lo sport è un’attività umana che si fonda su valori sociali, educativi e culturali essenziali”. È un fattore di inserimento, partecipazione alla vita sociale, tolleranza, accettazione delle differenze rispetto delle regole. L’attività sportiva deve essere accessibile a tutte e a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno e nella diversità delle pratiche agonistiche o amatoriali, organizzate o individuali. Lo sport è un’attività socio-culturale a carattere collettivo che arricchisce la società e aumenta l’amicizia a condizione di essere praticato lealmente. Questo è lo spirito con cui Polisportiva San Giacomo sta cercando di affermarsi nel panorama non solo sportivo, ma anche collettivo e sociale del territorio. Oggi più che mai lo sport deve mettersi in relazione con l’esterno, soprattutto con le agenzie educative, questo per dare continuità all’azione educativa. l’oratorio, le associazioni di volontariato, enti privati e pubblici che pur non offrendo direttamente un servizio educativo possono essere una risorsa formativa preziosa. Lo sport ha bisogno di progettazione, innovazione e impegno costante. Chi si occupa di sport non può minimamente pensare di farcela da solo. Per questo stiamo cercando d aumentare la professionalità dei nostri tecnici e dirigenti, attraverso incontri di formazione non solo sportivi ma anche di natura aziendale. Serve poi la progettazione. Questo perché le risorse sono sempre insufficienti. Per risorse non intendo solo quelle economiche ma anche e soprattutto quelle umane. Oggi sono richieste sempre più competenze specifiche anche per reperire fondi: bandi e azioni di Fundraising. Reti e azioni di partenariato consentono di sviluppare idee e progetti, reperire le risorse e consolidano la credibilità sul territorio. L’attività sportiva quindi è quanto mai complessa e diversificata. Lo sport per polisportiva San Giacomo è ciò che mira allo sviluppo globale della persona: non solo dal punto di vista motorio, ma soprattutto dal punto di vista intellettivo e educativo. Per questo ci impegniamo a collaborare con le realtà del territorio (Abio, Neon, Pianeta dei Clown, Ticinia, Agorà, il Coro delle Voci di Novara, l’Istituto Depagave, solo per citarne alcuni) con eventi e proposte che apparentemente non hanno nulla a che fare con lo sport. Se sport è sì agonismo e competizione non può prescindere dalla responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri atleti, non necessariamente tutti competitivi o performanti. Siamo consapevoli che anche da noi dipenderà quanto sport praticheranno. Ma da noi dipenderà anche come impareranno a relazionarsi tra di loro, nella loro complessità e diversità. Quanta capacità avranno acquisito per superare le piccole e grandi sfide e difficoltà. Quanto sapranno accogliere il diverso da loro e quanto si sentiranno accolti. A noi spetta l’arduo compito di contrastare il burnout che è sì “scelta” dei ragazzi (svogliatezza, delusione, scoperta di altri interessi) ma spesso è diretta conseguenza della selezione che alcune società vanno a fare nella continua ricerca del risultato e del talento, impedendo così a molti ragazzi (la maggior parte) di poter continuare a praticare sport per divertirsi, stare insieme, contrastare la noia. Sport come luogo formativo e di sviluppo di competenze non solo sportive. Allenatori, tecnici, dirigenti devono riconoscere il loro ruolo di educatori e prodigarsi per: far sentire ognuno importante attraverso un atteggiamento di ascolto o di un gesto affettuoso, una battuta condivisa. Senza chiedere obbiettivi superiori alle possibilità degli allievi. Polisportiva San Giacomo nasce nel 1951 con una squadra di Calcio nella Parrocchia della Madonna Pellegrina. Oggi conta più di 650 atleti nelle sue 5 discipline: Calcio, Volley, Basket, Pattinaggio Artistico e Hockey su rotelle. Al basket poi si è aggiunto il Baskin, disciplina inclusiva per eccellenza dove possono giocare assieme tutti senza alcuna distinzione: giovani e adulti, maschi e femmine e, soprattutto abili e diversamente abili (fisici o mentali).
Conta inoltre più di 1000 alunni delle scuole primarie e secondarie che partecipano ai progetti proposti dalle diverse discipline. Per le attività “convenzionali” i nostri ragazzi sono tesserati con le diverse federazioni di competenza. Nel volley si è ampliata la gamma delle attività grazie all’affiliazione anche con PGS. Un cenno in più lo merita il Baskin, new entry della scorsa stagione sportiva, che corona il sogno di abbattere la barriera tra la normalità e ciò che tale non è considerato: il diverso non è un mondo a parte ma è parte del nostro vivere quotidiano e più solo darci ricchezza proprio attraverso la sua diversità. Il baskin perciò rappresenta un laboratorio di educazione sportiva in integrazione: Il progetto si fonda sull’esigenza di strutturare delle attività motorie/sportive che coinvolgano l’integrazione e l’inclusione di soggetti disabili o in situazione di svantaggio in una logica di adattamento dello sport alle persone che lo praticano. Il campo motorio è un ambito che spesso è trascurato per questioni culturali, logistiche soprattutto in contesti in cui sono presenti allievi con disabilità. La necessità è quindi quella di ADATTARE un’attività motoria per consentire ai disabili (con qualsiasi tipo di disabilità) di sentirsi protagonisti. Mettere in gioco le loro capacità e contemporaneamente sfruttare e migliorare le capacità dei normodotati. In una logica di cooperazione e inclusione si creano così presupposti per lo sviluppo globale della persona dal punto di vista motorio, ludico, mentale – cognitivo e sociale.